Quando ho aperto il Centro Ahimsa ero molto emozionata, un pò impaurita, determinata e con una gran voglia di prendermi cura di questo nuovo luogo, con amore e un pò di sana incoscienza.

A distanza di qualche anno rinnovo tutti i miei stati d’animo. Sono ancora emozionata e felice ogni volta che apro la porta e inizio a preparare lo spazio per accogliere chi viene ai corsi, i vicini che passano per un saluto e due chiacchere, chi entra per curiosare e chiedere informazioni.

Un pò di paura ogni tanto mi attraversa ma la determinazione che sento è una forte spinta a proseguire in una direzione sempre più chiara, profonda e definita.

E una delle prime domande che mi ero posta a suo tempo è stata: quale nome gli darò?

Ahiṃsā (devanagari अहिंसा) è un termine sanscrito il cui significato più semplice è NON VIOLENZA.

Devi sapere che un testo molto importante e di riferimento nella tradizione Yogica è lo YOGA SUTRA, attribuito a Patanjali.
Lo Yoga Sutra contiene 196 brevi aforismi che descrivono e codificano la pratica Yoga, l’intenzione con cui praticare. Un metodo, uno strumento per “Arrestare l’agitazione mentale” e poter volgere lo sguardo alla nostra vera e intima natura, senza più identificarci con il contenuto della nostra mente.

Il cammino dello Yoga, di cui parla Patanjali, prevede otto passaggi/stadi fondamentali per la crescita e l’evoluzione dell’individuo:

1. Yama (la condotta morale verso noi stessi e verso gli altri: gli Yama sono 5)
2. Niyama (la condotta morale verso noi stessi: i Niyama sono 5)
3. Asana (le posture del corpo)
4. Pranayama (controllo delle energie vitali attraverso il respiro)
5. Pratyahara (controllo e ritiro dei sensi)
6. Dharana (concentrazione in un unico punto)
7. Dhyana (meditazione)
8. Samadhi (stato di unità, illuminazione, liberazione)

Ahimsa è il primo Yama. E’ l’invito ad astenersi da un atteggiamento violento verso persone, animali, cose e in primo luogo verso noi stessi. Non fare del male. Eliminare la violenza dalle proprie azioni, parole, pensieri.

Questo concetto ha per me significati profondi che vanno a caratterizzare la mia attività professionale e la strada personale che sto percorrendo.

Ogni giorno siamo violenti e aggressivi. Spesso non ce ne accorgiamo perché sono forme di violenza sottili che hanno assunto purtroppo un carattere di apparente normalità. Abbiamo toni di voce aggressivi, diamo risposte taglienti, siamo nel giudizio degli altri e di noi stessi, trattiamo con noncuranza i luoghi che ci circondano e gli ambienti in cui viviamo. Spesso non ci prendiamo cura di noi e sottoponiamo il nostro corpo e la nostra mente a stress continui ed eccessivi e anche quando arrivano segnali forti e chiari di un malessere continuiamo a non considerare i nostri limiti.

Tutto questo ci porta continuamente in contatto con un atteggiamento di violenza.

La non violenza è un invito ad essere benevoli e prenderci cura innanzitutto di noi stessi ascoltando i nostri reali bisogni. Vuol dire non essere in competizione con sé stessi e con gli altri. Vuol dire non giudicare continuamente ogni cosa o persona ma osservare ciò che accade con occhi più limpidi.

Nella pratica Yoga vuol dire fare un cammino personale nel rispetto dei propri tempi e delle proprie possibilità. Evitare di voler fare a tutti i costi posizioni difficili che rischiano solamente di creare traumi al corpo o continuare a pensare allo Yoga come ai cm che mi mancano per arrivare a toccare i piedi.

Non violenza vuol dire stare in quello che ci accade in ogni istante con sincerità e onestà. Vuol dire avere pazienza, rispettare lo scorrere naturale del tempo. Non stare nei risultati e nelle aspettative ma godersi il cammino. Voler conoscere il prossimo nello scambio e nella condivisione.

Il Centro Ahimsa vuole essere questo: un luogo in cui vivere nella condivisione e nell’accoglienza di noi stessi e degli altri. Un luogo in cui poter incontrare lo Yoga come un percorso di profonda conoscenza, rispetto e compassione verso sé stessi.

Un luogo in cui non c’è fretta. Un luogo in cui semplicemente entrare, fare un passo per continuare il proprio cammino.